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Continuando il discorso affrontato nella serie dei dipinti de I giochi dei Birilli, presentati nella recente personale senese degli
Antichi Magazzini del Sale, anche l'opera che Angelo Titonel espone alla 54ma Biennale di Venezia vuole essere uno sguardo profondo
non banale sulla contemporaneità.
Maternità (2011, olio su tavola e stampa lambda, cm 145 x 200) affronta
un tema centrale che è sempre stato presente nell'arte, cominciando dalle Veneri preistoriche o le Mater Matuta dell'uomo
dell'antichità, il cui contenuto fondamentale - vale a dire la vita - riguarda sia il presente ma anche l'idea che una società
possiede di un progetto per il futuro dell'Uomo.
L'opera presenta una doppia identità. Una prima immagine che si staglia su
fondo scuro, resa da Titonel con la maestria impeccabile della sua pittura a olio, è spogliata dalle vesti che ne svelano con cruda
oggettività le fattezze di forme che fondono ambiguamente elementi naturali con altri artificiali: il volto dolce della madre,
è privo però della chioma femminea, e, per contro, vi sono le protesi delle gambe, il bambino-bamboccio, la mancanza del seno,
i colori dalle tonalità morbide e sedimentate. A questa maternità, se ne affianca un'altra su fondo bianco apparentemente
identica alla prima poiché i protagonisti ritratti sono gli stessi nelle stesse posture ma che, di fatto, è diversissima non solo
per la tecnica in stampa lamba, ma per il suo significato. Infatti mentre lo scatto fotografico in astratto produce una riproduzione
superficiale dell'immagine oggettiva che può essere veicolo per documentare una dimensione cronachistica della vita, nel caso di quest'opera
di Angelo Titonel, invece, è un immagine fotografica "in negativo" che vuole indurre a una nuova lettura introspettiva a carattere spirituale.
L'arte, per Angelo Titonel è infatti una ricerca dell' "anima" pur con tutte le problematiche e i limiti che il tempo presente
porta con sé, è un invito rivolto a tutti noi a riflettere.
Luglio 2011, Marta Montanari.
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